Non devo più prendere voli per la Grecia: a Casamassima ho trovato il mio angolo azzurro

Non devo più prendere voli per la Grecia: a Casamassima ho trovato il mio angolo azzurro

Un angolo suggestivo di Casamassima, dove l'azzurro delle abitazioni e il rosso dei fiori creano un'atmosfera mediterranea unica. - dialmabrown.it

Marco Ferrero

Novembre 3, 2025

Casamassima è un borgo della Murgia Barese che non assomiglia ai classici centri storici pugliesi: le sue vie sono dominate da un azzurro intenso che richiama le isole greche più note. A pochi chilometri da Bari, il paese ha costruito una propria identità visiva e culturale che attira visitatori in cerca di scorci fotografici e di un’esperienza urbana più contenuta rispetto alle mete affollate. Qui il colore delle facciate non è solo estetica: è segno di pratiche storiche, devozioni locali e scelte tecniche che si vedono a occhio nudo. Un dettaglio che molti sottovalutano è la differenza tra il paesaggio percepito nelle fotografie e la concretezza delle strade strette: il borgo funziona se lo si percorre a piedi, osservando materiali e usi quotidiani.

Un borgo che ricorda le Cicladi

Camminare nel centro storico di Casamassima dà la sensazione di entrare in una mappa cromatica precisa: le pareti trattate con calce mescolata a pigmenti risultano in diverse gradazioni di blu e azzurro, che si stagliano contro il cielo della Puglia. Il contrasto è immediato e lo spazio urbano si percepisce come un insieme di micro-ambienti — cortili, balconi fioriti, portali antichi — più che come una singola piazza monumentale. Chi visita il borgo nota la presenza di scale in pietra consumata e di passaggi coperti che raccontano una morfologia urbana pensata per difendersi e, allo stesso tempo, per regolare il microclima locale.

Dal punto di vista logistico, raggiungere il paese è semplice se si parte dall’hinterland barese: la Strada Statale 100 connette in meno di mezz’ora il capoluogo al borgo, mentre la rete di autobus regionali serve la zona con corse regolari. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è però la variabilità del servizio di trasporto nelle sere e nei festivi: pianificare gli orari è indispensabile per evitare attese lunghe o rientri complicati. L’auto resta l’opzione più flessibile per chi vuole muoversi anche nei dintorni.

Le somiglianze con località come Chefchaouen o i vicoli delle isole greche sono spesso indicate dai fotografi, ma per comprendere il borgo è utile osservare anche il vissuto quotidiano: i negozi, i suoni e le abitudini che fanno di questo paesaggio un luogo abitato, non solo uno sfondo. Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno è la diversa percezione cromatica causata dalla luce bassa: il blu cambia tono e mostra la materialità della calce.

Storia, colore e patrimonio

Il centro antico di Casamassima conserva una struttura di impianto medievale: mura, archi e vicoli ciechi che rispondono a una logica difensiva e a percorsi pensati per la vita comunitaria. Gli elementi architettonici visibili oggi raccontano interventi successivi, ma mantengono una trama urbana riconoscibile. Gli archi e le piccole piazze emergono come nodi in cui si concentrano attività e relazioni sociali; lo raccontano gli stessi residenti quando descrivono il ritmo della giornata nel borgo.

Il colore delle case ha una lettura che unisce devozione e pratica: la tradizione orale attribuisce la diffusione dell’azzurro a un voto fatto alla Madonna di Costantinopoli in epoca moderna, associando il manto mariano al gesto di tinteggiare le pareti. Allo stesso tempo, l’uso della calce ha una spiegazione pratica: è un materiale con proprietà igieniche note, usato per risanare superfici e prevenire problemi di umidità. Questo doppio registro — sacro e funzionale — ha contribuito a consolidare l’immagine del borgo nel tempo.

Non devo più prendere voli per la Grecia: a Casamassima ho trovato il mio angolo azzurro
A comparison of blue streets: on the left, Casamassima in Puglia; on the right, a staircase from a Greek island. – dialmabrown.it

Negli ultimi anni c’è stata una maggiore attenzione verso la conservazione dell’architettura e la gestione dell’accoglienza, in linea con il crescente interesse per il turismo di prossimità. Amministrazioni locali e associazioni culturali hanno avviato progetti per valorizzare gli spazi pubblici e migliorare i servizi, pur mantenendo pratiche tradizionali. Un dettaglio che molti sottovalutano riguarda l’equilibrio tra esigenze turistiche e costi di manutenzione: preservare il colore e i materiali richiede risorse e coordinamento, e questo peso ricade spesso sulle comunità locali.

La conservazione del patrimonio non è solo estetica: è una questione di regole, manutenzione e scelte urbanistiche che incidono sulla qualità della vita. Per questo, le iniziative recenti privilegiano interventi sostenibili e il coinvolgimento della popolazione locale, così da mantenere viva l’identità del borgo oltre l’effetto fotografico.

Cosa vedere, mangiare e vivere

Il punto di riferimento per chi arriva a Casamassima è Piazza Aldo Moro, centro delle attività civiche e culturali. Sedersi in uno dei caffè che si affacciano sulla piazza è il modo più diretto per osservare le dinamiche locali: famiglie che si incontrano, anziani che discutono, eventi che prendono forma. A breve distanza spiccano la Chiesa del Purgatorio con la sua facciata barocca e la Porta dell’Orologio, che segna l’ingresso al nucleo storico. Varcare la porta significa passare da una dimensione funzionale a una più meditativa, dove il tempo si misura in passi e in suoni.

Il vero valore del borgo sta nelle stradine: perdersi tra i vicoli offre scorci non segnati dalle guide, cortili nascosti e dettagli quotidiani — panni stesi, vasi fioriti, portoni restaurati — che raccontano una vita ancora legata alla terra. Per i fotografi e per chi cerca autenticità, questi elementi sono la principale attrazione. Un dettaglio che molti sottovalutano è la variabilità stagionale degli eventi: mercatini e manifestazioni locali cambiano intensità nel corso dell’anno e condizionano l’esperienza di visita.

Sul fronte gastronomico, la cucina riflette la tradizione agricola della Murgia: piatti come le orecchiette con le cime di rapa, le fave e cicorie, le braciole al sugo e i formaggi freschi (burrata, caciocavallo, ricotta) sono presenti nelle tavole delle trattorie a gestione familiare. Per vivere l’esperienza autentica conviene evitare i menu standardizzati e chiedere consigli direttamente ai gestori: spesso propongono ricette della tradizione e prodotti a km zero.

Durante il periodo natalizio il borgo organizza Azzurro come il Natale, un evento che combina luci e mercatini nelle vie dipinte; a San Valentino le vie silenziose diventano invece cornice per fughe romantiche. Queste occasioni rivelano la doppia anima del luogo: attrazione turistica controllata e comunità che mantiene pratiche condivise. Un fenomeno che in molti notano ogni stagione è la crescita del numero di visitatori interessati non solo alle foto, ma alla conoscenza del tessuto sociale. Con questi segnali, Casamassima si conferma una tappa interessante per chi esplora la Puglia con occhi attenti alla storia, al cibo e alla vita quotidiana.