Perché alcuni tessuti restano privi di pelucchi mentre altri si rovinano col tempo e con l’uso

Perché alcuni tessuti restano privi di pelucchi mentre altri si rovinano col tempo e con l'uso

Franco Vallesi

Dicembre 23, 2025

Capita a tutti: prendi in mano un maglione nuovo, morbido, liscio al tatto, ma dopo qualche lavaggio iniziano a spuntare quei fastidiosi pelucchi che rovinano l’aspetto e la sensazione del tessuto. Quel fenomeno, conosciuto come pilling, è molto più frequente di quel che si pensa. Non è semplice sfortuna o un difetto casuale, ma il risultato di come è stato realizzato quel capo e dai materiali scelti. Un’occhiata all’etichetta, per esempio, può svelare molto su quanto durerà davvero un indumento senza rovinarsi in fretta.

Il pilling nasce quando le fibre tessili si spezzano o si indeboliscono per via dello sfregamento continuo, creando quei piccoli pallini riconoscibili. Spesso, più che sul solo materiale, la differenza sta nella qualità e nella lavorazione: un capo ben fatto dura molto di più. E poi c’è il prezzo, che a volte nasconde dettagli decisivi. Chi vive in città grandi, dove maglioni e cappotti sono compagni quotidiani dei mesi freddi, se ne accorge bene e capisce quanto conta scegliere con un po’ di attenzione.

Il ruolo delle fibre e della lavorazione nella formazione dei pelucchi

Le fibre tessili non sono tutte uguali quando si parla di resistenza al pilling. I tessuti sintetici come poliestere, acrilico e nylon tendono a fare più pelucchi. Perché? Le loro fibre, dure e robuste, quando si sfilacciano rimangono lì, aggrovigliate sulla superficie. I tessuti misti, che mescolano fibre naturali e sintetiche — tipo cotone con poliestere — provocano spesso un problema doppio: le fibre naturali si consumano col tempo, mentre quelle sintetiche trattengono i residui, accentuando il problema.

Perché alcuni tessuti restano privi di pelucchi mentre altri si rovinano col tempo e con l'uso
Una serie di campioni tessili con diverse texture e colori. I vari tessuti mostrano le loro specifiche trame, fondamentali per il loro aspetto e resistenza. – dialmabrown.it

Al contrario, fibre naturali di buona qualità come cotone a fibra lunga, lino o lana ben lavorata resistono maggiormente all’usura e vanno più a lungo senza pilling. È una questione che va oltre i materiali: anche la lavorazione ha un peso. Tessuti morbidi e “pelosi” al tatto – ecco – spesso sviluppano pelucchi più facilmente, perché le fibre si muovono con più libertà. D’altra parte, trame compatte e ben ritorte durano di più, mantenendo comunque una piacevole morbidezza. Questi dettagli tecnici sfuggono spesso a chi compra, ma dicono molto sulla longevità di un capo, ne sono convinti anche gli addetti ai lavori.

Come limitare la formazione dei pelucchi e conservare i capi più a lungo

Il pilling non è una condanna definitiva. Ci sono accorgimenti per frenare la formazione dei pelucchi oppure per gestirli senza rovinare i vestiti. Nel caso del cotone, il fenomeno dipende molto dalla qualità e, generalmente, è moderato. Consigli pratici per allungare la vita del capo: girare i vestiti al rovescio, lavare a temperature moderate (30-40 gradi) e tenersi alla larga dall’asciugatrice nelle prime volte. Il cotone puro di qualità regge meglio rispetto ai misti, dove la componente sintetica può tradire l’effetto naturale del tessuto.

In fatto di lana classica, qualche pelucchio è quasi inevitabile ai primi utilizzi. Ma basta seguire alcune accortezze: lavare a mano o con programmi specifici per lana, usare detergenti delicati e limitare lo sfregamento durante il lavaggio. Stendere in piano piuttosto che appendere aiuta a mantenere la forma. Le lane pregiate come merino e cashmere qualche pelino lo mostrano subito, ma se il tessuto è buono quella situazione si stabilizza presto. Meno lavaggi, frequente aerazione e un uso parsimonioso del levapelucchi: regole semplici, spesso trascurate da chi vive in città, con conseguente peggioramento dei capi.

I tessuti sintetici sono probabilmente i più tosti da tenere a bada contro il pilling. Strategie utili: lavaggi a rovescio, sacchetti protettivi e tenere lontano questi capi da materiali più abrasivi come jeans o indumenti con zip. I misti sono una sfida ulteriore e, quindi, si consiglia di lavarli con meno frequenza, evitando il contatto con capi ruvidi che accelerano l’usura. Quanto al lino, si stropiccia facilmente ma difficilmente forma pelucchi. Materiali come viscosa, modal e lyocell richiedono una cura sempre delicata per non perdere le loro qualità.

Se il pilling è già apparso, ci sono strumenti come il levapelucchi che – se usati con cautela – aiutano a rimuovere quei pallini. Anche una lametta può andare bene, ma attenzione a non rovinare tessuti delicati, come la lana intrecciata. Insomma, una manutenzione attenta, unita a una scelta oculata al momento dell’acquisto, possono proteggere i capi dall’usura precoce e farli restare belli molto più a lungo.

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