Quando cammini in casa e senti il pavimento cedere leggermente sotto i piedi, non è mai un dettaglio da sottovalutare. Spesso lo si ignora, ma quelle leggere depressioni nascondono un problema che può compromettere tanto la sicurezza quanto il comfort dentro l’abitazione. Gli avvallamenti non sono solo un fastidio estetico: sono il segno di qualcosa che non va più nella struttura di base che sostiene l’edificio. Nel nostro Paese, specie in case costruite con meno attenzione ai controlli, la questione è più comune di quanto si creda. Indagare il motivo dietro questi cedimenti serve per trovare soluzioni che durino davvero.
Le conseguenze dei cedimenti del terreno
Uno dei fattori principali dietro gli avvallamenti è il cedimento del terreno dove poggia la casa. Di solito succede in aree con suoli instabili o che cambiano facilmente per motivi ambientali. Non sempre assistiamo a eventi estremi come alluvioni o lunghi periodi di siccità; a volte bastano piccoli movimenti sotterranei, che dopo anni creano cambiamenti proibitivi. Il risultato? Pavimenti non più piani, con zone più basse che si notano al tatto o alla vista. I tecnici del settore raccontano che molte città del Nord Italia, tipo quelle attorno a Milano, segnalano queste criticità, spesso legate a variazioni nelle falde o a scavi fatti un po’ troppo vicino.
C’è un aspetto meno conosciuto, che riguarda la risposta del terreno alle stagioni: quando fa freddo o c’è tanta umidità, il suolo tende ad espandersi, mentre nei periodi secchi si restringe. I continui movimenti di questo tipo fanno sì che la base su cui poggiano le costruzioni cambi nel tempo, e con essa spuntano avvallamenti e crepe più o meno evidenti. Chi abita in città capisce bene questo fenomeno – oscillazioni che non si possono ignorare, segnali chiari che la struttura sta lentamente cedendo.
L’importanza di un sottofondo eseguito correttamente
Il terreno non è l’unico responsabile: il sottofondo gioca un ruolo importante nella stabilità del pavimento. Tende a essere sottovalutato durante la costruzione, pur essendo la base diretta del pavimento vero e proprio. Usare materiali scadenti o fare tutto in fretta può portare a cedimenti localizzati e deformazioni visibili. Spesso capita soprattutto in case vecchie o in ristrutturazioni condotte senza un’adeguata supervisione tecnica.
Altro dettaglio spesso ignorato è la distribuzione dei pesi sul sottofondo. Se non progettato per sostenere il carico di pavimento e mobili, si formano punti deboli che crollano con il tempo, causando i classici avvallamenti. Certe pose fatte “alla buona” o miscele troppo leggere peggiorano la situazione: succede anche in alcune zone del Lazio dove, con terreni argillosi combinati a sottofondi poco resistenti, i lavori sono rallentati e complicati.
Da non dimenticare anche gli impianti sotto il pavimento. Tubazioni o fili elettrici posizionati male possono rovinare la struttura portante, spingendo a deformazioni non facili da riconoscere subito – specie nelle grandi città dove queste installazioni sono all’ordine del giorno.
Il legno e la deformazione viscosa: un nemico nascosto
Se il parquet è protagonista sotto i piedi, la questione degli avvallamenti si fa differente. Alle possibili problematiche strutturali si unisce la cosiddetta deformazione viscosa. È un fenomeno lento, quasi invisibile all’inizio, che però fa piegare le fibre del legno a causa di un peso costante: l’effetto si nota solo a distanza di anni, con una superficie che cambia impercettibilmente. Solo chi ha l’occhio attento e una certa esperienza se ne accorge davvero.
Vari fattori giocano la loro parte: dal modo in cui è stato stagionato il legno, al livello di umidità della stanza, fino alla qualità di come il parquet è stato posato. Nelle zone appenniniche o in città con grandi escursioni termiche il fenomeno è più frequente. I proprietari di case con parquet lo notano soprattutto con il passare del tempo: piccole variezioni che diventano più evidenti, con pavimenti che sembrano “morbidi” lì dove prima non era così.
Non si può ignorare la manutenzione – piani di cura trascurati peggiorano tutto, e il vai e vieni di temperature continua a far contrarre e dilatare il legno. Così capita che convivano insieme rigonfiamenti e avvallamenti, perché il legno si adatta sempre al suo ambiente, a modo suo.
Intervenire in tempo, se possibile, aiuta a mitigare i danni. Ma la deformazione viscosa resta un processo naturale: gestibile, ma non eliminabile del tutto.
Guardando a tutti questi aspetti insieme, diventa chiaro che il rimedio agli avvallamenti non si trova solo correggendo la superficie. Scoprire cosa davvero li provoca – fra terreno, sottofondo o materiali del pavimento – è il primo passo per un intervento che duri, senza sorprese. Sempre più italiani se ne stanno accorgendo – segno di un logoramento naturale, ma anche di come le strutture delle case cambino col tempo.