Una giornata afosa in città: il condizionatore di casa gira senza sosta e l’aria sembra finalmente respirabile. Ma dietro la griglia dell’unità interna possono annidarsi microrganismi invisibili che trasformano il sollievo in rischio. È una realtà che tecnici e autorità sanitarie osservano spesso nelle ispezioni: piccoli ristagni d’acqua e superfici sporche diventano terreno fertile per la crescita di microorganismi pericolosi. Questo articolo spiega dove si concentra il pericolo, come intervenire per ridurlo e quando è necessario affidarsi a un esperto.
Dove si nasconde il rischio nei condizionatori
La Legionella predilige ambienti caldi e umidi, perciò gli impianti di climatizzazione con circuiti idrici o punti di accumulo d’acqua sono particolarmente a rischio. Nelle abitazioni il problema si localizza soprattutto nei filtri, nelle canalizzazioni interne e nelle vaschette di raccolta della condensa, dove il calcare e i depositi organici offrono nutrimento. Chi vive in condomini o in uffici nel Nord Italia e nel resto del paese lo nota: i condizionatori datati o poco curati mostrano spesso incrostazioni o odori sgradevoli, segnali che qualcosa non va.

Il contagio avviene per inalazione di aerosol: le goccioline minime sprigionate dall’unità possono trasportare il batterio fino ai bronchi. Le manifestazioni cliniche vanno dalla forma lieve chiamata febbre di Pontiac a polmoniti più serie, con febbre alta, tosse e difficoltà respiratorie. Secondo alcune fonti, la mortalità può arrivare a percentuali significative nei soggetti fragili; per questo la prevenzione è centrale. Un dettaglio che molti sottovalutano è la diversa esposizione tra impianti domestici a split e grandi sistemi centralizzati: i secondi, con serbatoi e torri evaporative, richiedono controlli più rigidi, ma anche i sistemi di casa non sono esenti da rischio.
Come intervenire per pulire e sanificare l’impianto
La strategia più efficace è la manutenzione regolare: non esiste una soluzione definitiva che elimini la legionella per sempre, ma una gestione corretta riduce molto la probabilità di contaminazione. Per l’utente domestico le operazioni alla portata includono la pulizia dei filtri ogni 6–8 settimane in uso intenso e l’asciugatura delle vaschette di raccolta. Prima dell’avvio stagionale è consigliabile ispezionare l’unità esterna per rimuovere detriti che ostacolano il deflusso dell’acqua.
Per ridurre la carica microbica si possono adottare tecnologie specifiche: lampade a raggi ultravioletti all’interno dei canali, filtri ad alta efficienza e prodotti disinfettanti idonei al contesto dell’impianto. Dove previsto, il trattamento con biossido di cloro o altri prodotti certificati viene usato da operatori qualificati per sanificazioni più profonde. Un aspetto che sfugge a molti è il controllo della temperatura dell’acqua: mantenere valori elevati nei circuiti idonei limita la moltiplicazione batterica. Infine, è importante ventilare gli ambienti e garantire una buona circolazione dell’aria per evitare punti di ristagno. Un fenomeno che in molti notano solo d’estate è l’aumento delle segnalazioni di malfunzionamento proprio quando l’uso è più intenso.
Quando è il caso di chiamare un tecnico
Alcune operazioni domestiche sono facili da svolgere in autonomia, ma la bonifica di canali, batterie, griglie o serbatoi richiede strumenti e prodotti professionali. Per impianti con potenza superiore a 12 kW la normativa italiana impone verifiche e controlli periodici; per gli impianti civili la regola pratica è prevedere una manutenzione annuale e interventi specifici in presenza di odori, perdite o anomalie di funzionamento. I tecnici qualificati eseguono prelievi, analisi e interventi mirati che l’utente non può replicare in sicurezza.
Scegliere un professionista vuol dire anche verificare certificazioni, metodi e materiali utilizzati per la sanificazione: non tutti i prodotti sono adatti ai diversi tipi di impianto. Per chi gestisce strutture ricettive o uffici la responsabilità è ancora maggiore: i controlli devono essere documentati e programmati. Un dettaglio pratico utile è annotare le date degli interventi nella documentazione dell’impianto; così, negli anni, si costruisce una storia che aiuta a prevenire problemi ricorrenti. In molte città italiane i tecnici raccomandano un controllo approfondito prima della stagione calda, perché è il periodo in cui i fattori ambientali favoriscono la proliferazione batterica.
