Una stufetta accesa in salotto: aria calda, comfort immediato e la sensazione di risparmiare rispetto al riscaldamento centralizzato. Ma dietro quella praticità si nasconde una realtà meno evidente: il costo reale dipende da pochi numeri semplici che molti ignorano. Chi sceglie la stufetta elettrica per scaldare uno o due ambienti, spesso lo fa per comodità o per evitare lavori, senza valutare fino in fondo il consumo effettivo minuto per minuto. Un dettaglio che molti sottovalutano è che la bolletta non guarda il gesto – guarda i kWh consumati.
Quanto consuma davvero, minuto per minuto
Per valutare il costo basta una formula semplice: moltiplicare la potenza della stufa (in watt) per il tempo di funzionamento, quindi dividere per 1000 per ottenere i kWh. Se vogliamo tradurlo in costi, si moltiplica quel valore per la tariffa in €/kWh presente in contratto. Per ottenere il consumo al minuto la procedura è analoga: prendere la potenza in kW e dividerla per 60.

Prendiamo alcuni esempi pratici, che aiutano a orientarsi senza numeri inventati: una stufetta da 1 kW (1000 watt) consuma 1 kWh in un’ora. Se la tariffa è di 0,15 €/kWh, il costo per un’ora è di 0,15 €; il costo per minuto è quindi circa 0,0025 €, ovvero 0,25 centesimi. Una macchina da 2 kW raddoppia la spesa: 0,005 € al minuto. Ancora, una stufetta da 500 W consuma la metà: 0,00125 € al minuto.
Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno è che anche piccoli apparecchi, usati con continuità, sommano consumi significativi. Per esempio, usare un dispositivo da 1 kW per 4 ore al giorno per 30 giorni porta a 120 kWh consumati: a 0,15 €/kWh si traduce in 18 € nel mese solo per quella stufetta. Il calcolo non è difficile, ma spesso viene ignorato.
Cosa incide sul conto finale e come stimarlo
Il consumo elettrico è solo una variabile nel conto finale: contano anche l’isolamento dell’abitazione, le dimensioni dell’ambiente e l’efficienza energetica dell’apparecchio. Una stufetta potente in una stanza mal isolata farà più fatica a mantenere la temperatura, quindi resterà accesa più a lungo e consumerà di più. Chi vive in condomini o in case vecchie lo nota spesso: la dispersione termica porta a ore d’uso superiori alle previsioni.
Per stimare la spesa mensile basta definire tre dati: la potenza in kW, le ore di utilizzo giornaliere e la tariffa in €/kWh. Moltiplicando potenza per ore e giorni si ottiene il totale in kWh; moltiplicando per la tariffa si scopre l’impatto sulla bolletta. Un esempio concreto: con 2 kW, 3 ore al giorno per 30 giorni e tariffa 0,20 €/kWh si consumano 180 kWh e si pagano 36 €.
Un dettaglio che molti sottovalutano è che non tutte le stufette trasformano l’elettricità in calore alla stessa efficienza percepita: i modelli a infrarossi riscaldano direttamente oggetti e persone, mentre i termoconvettori scaldano l’aria. Questo influisce sul tempo di utilizzo reale. Considerare questi elementi aiuta a capire se la scelta è pratica o costosa: per poche ore occasionali una stufetta può avere senso; per uso continuativo, la spesa può essere sorprendente e facilmente stimabile con i numeri descritti.
