Un vicino che sostituisce la caldaia e, senza aprire cantieri, vede arrivare un bonifico o una detrazione: immagini simili stanno diventando comuni nei condomini e nei centri urbani. Il nuovo incentivo per la casa punta a trasformare piccoli interventi in risparmi concreti e in meno emissioni, senza costringere i proprietari a ristrutturazioni totali. Si tratta del Bonus casa green, pensato per spingere verso una maggiore efficienza energetica attraverso lavori mirati e a basso impatto. L’elemento che lo distingue è proprio la semplicità : il contributo standard è di 1500 euro e non richiede opere murarie estese.
Il principio guida viene dalle direttive europee sulle case green, che chiedono un miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici anche con interventi scalabili. Possono presentare domanda le persone fisiche maggiorenni, ma è probabile che vengano introdotti limiti basati su ISEE o altre soglie di reddito per concentrare l’agevolazione verso chi ne ha più bisogno. L’immobile deve essere ad uso abitativo: questo comprende sia la prima che la seconda casa, salvo esclusioni specifiche per immobili in costruzione o in lavori di ristrutturazione complessa.
Un dettaglio che molti sottovalutano è la centralità dell’Attestato di Prestazione Energetica (APE): la misura richiederà la certificazione dello stato energetico dell’immobile prima e dopo l’intervento per dimostrare il miglioramento. Le categorie catastali ammissibili e le classi energetiche di partenza saranno definite dalla normativa, quindi conviene verificare in anticipo con un tecnico se l’abitazione rientra nei parametri. Questo approccio punta a creare un meccanismo operativo semplice ma tracciabile, evitando interventi fittizi e garantendo risultati reali nella riduzione dei consumi.
Come si richiede e quali interventi sono ammessi
La procedura per ottenere il contributo combina documentazione tecnica e fiscale: serviranno l’APE ante e post intervento, le fatture e i bonifici parlanti che attestino le spese, oltre a eventuali certificazioni dei prodotti installati. Le richieste saranno gestite tramite canali ufficiali — piattaforme online dedicate o la dichiarazione dei redditi, a seconda delle modalità previste — e per questo è consigliabile rivolgersi a un tecnico abilitato o a un professionista fiscale per compilare la pratica senza errori. Le tempistiche e i termini di presentazione varieranno in base ai decreti attuativi; chi pensa di iniziare i lavori deve tenere presente che l’avvio antecedente all’approvazione rischia di precludere l’accesso al bonus.

Il focus è sugli interventi a basso impatto che migliorano l’isolamento e l’efficienza senza cantieri pesanti: la sostituzione della caldaia con una caldaia a condensazione, l’installazione di pompe di calore, la sostituzione degli infissi con modelli a risparmio energetico, l’adozione di schermature solari e l’integrazione di sistemi di building automation per gestire meglio riscaldamento e raffrescamento. Questi interventi riducono i consumi e migliorano il comfort abitativo, spesso con tempi di realizzazione rapidi e costi contenuti rispetto a ristrutturazioni complete.
Un aspetto che sfugge a chi vive in città è la questione della cumulabilità con altri incentivi: il Bonus casa green può talvolta essere combinato con l’Ecobonus o il Bonus Ristrutturazioni, ma la legge stabilisce limiti e condizioni precise per evitare duplicazioni indebite. Infine, il contributo si configura come una detrazione fiscale e non come uno sconto immediato in fattura, quindi conviene pianificare il costo e il recupero fiscale con il proprio consulente. Chi segue le regole troverà un’opportunità concreta per rendere l’abitazione più efficiente e meno costosa nella gestione quotidiana.
