Tra emergenze improvvise e mercati instabili, la risposta cambia a seconda dell’età, del rischio e dello stile di vita
Stabilire quanta liquidità mantenere a portata di mano, tra contanti in casa e cash nel portafoglio, è diventata una delle domande più frequenti tra chi investe, risparmia o semplicemente vuole sentirsi più sicuro in un periodo segnato da inflazione, tassi ballerini e tecnologia che a volte si inceppa.
La cifra giusta, lo ricordano molti consulenti, non è mai universale: dipende da chi sei, da cosa fai, da quanto spendi ogni mese e da come ti muovi finanziariamente. Perché se da un lato avere troppa liquidità ferma non rende nulla, dall’altro esserne sprovvisti nei momenti critici può costare caro.
I contanti in casa servono davvero? Ecco quando (e quanti) averne pronti
Negli ultimi anni, complice l’uso massiccio di carte, app e pagamenti digitali, molte persone hanno iniziato a tenere in casa sempre meno soldi in contanti. Ma poi sono arrivati blackout, problemi con i POS, piccoli imprevisti domestici che hanno riacceso la domanda: quanto cash è giusto tenere fisicamente nel cassetto? Secondo diversi consulenti finanziari, una somma compresa tra 200 e 1.000 euro può essere una soglia utile per affrontare situazioni d’emergenza: piccoli guasti, un bancomat fuori uso, un imprevisto nel weekend.

La cifra varia, ovviamente. C’è chi vive da solo e si sente tranquillo con 200 euro divisi in tagli piccoli, chi ha figli o vive in zone meno servite e preferisce averne almeno 500. In ogni caso, mai lasciarli tutti nello stesso punto e sempre in luoghi non facilmente visibili. Non si tratta di tenere un salvadanaio per sfizi, ma di un piccolo fondo d’urgenza per quei momenti in cui la tecnologia smette di funzionare, o semplicemente serve liquidità immediata.
Va considerato però anche un altro aspetto: il denaro contante in casa perde valore nel tempo a causa dell’inflazione. Ecco perché nessuno consiglia di superare certe soglie. Anzi, molti esperti invitano a spostare la vera “scorta di liquidità” nel portafoglio finanziario, dove può essere gestita in modo più efficiente. In sintesi, sì a un piccolo fondo fisico, ma senza eccedere. La tranquillità non va confusa con l’immobilità del capitale.
Chi vuole un’indicazione pratica può partire così: contanti sufficienti per coprire da tre a cinque giorni di spese essenziali, ovvero benzina, cibo, farmaci e un’eventuale notte fuori casa in caso d’urgenza. Il resto deve stare altrove, pronto all’uso ma anche in grado di generare qualcosa.
Come gestire la liquidità nel portafoglio (e perché cambia a seconda della fase di vita)
Se i contanti in casa devono essere pochi ma pronti, la vera partita si gioca sulla liquidità in portafoglio. Qui i numeri si fanno più importanti e anche più personali. Gli advisor spesso parlano di una cifra pari a 3-6 mesi di spese fisse da mantenere in strumenti liquidi o liquidabili rapidamente, come conti deposito ad alto rendimento, pronti contro termine, certificati a breve scadenza o ETF monetari. Non è denaro da investire a lungo, ma da tenere pronto se qualcosa va storto: malattia, perdita del lavoro, spese impreviste.
La strategia però cambia col tempo. I giovani investitori, con un’alta tolleranza al rischio, possono ridurre la quota di cash al 5-10% del patrimonio totale. Chi invece è in pensione, o vicino alla pensione, dovrebbe aumentare la liquidità al 15-20%, così da non essere costretto a vendere investimenti in perdita durante le fasi di mercato negative. L’età biologica e finanziaria conta: chi ha figli, mutui o responsabilità maggiori dovrebbe prevedere più cash rispetto a chi è libero da vincoli.
C’è poi il fattore “momento”: quando i mercati sono turbolenti o il contesto economico appare fragile, alcuni preferiscono alzare la quota di liquidità in attesa di occasioni migliori. Una sorta di parcheggio temporaneo che, se ben gestito, può anche produrre interessi. Ma va detto chiaramente: tenere troppi soldi fermi penalizza i rendimenti nel lungo periodo, specie con l’inflazione attuale.
Quello che emerge con forza dai pareri degli esperti è che la liquidità non deve essere né troppa né troppo poca, ma sempre funzionale. Serve un piano personalizzato, cucito su misura in base a entrate, spese, obiettivi e profilo di rischio. E serve anche una visione aggiornata, che tenga conto di come cambia la vita, il lavoro, la famiglia. Perché il cash perfetto è quello che c’è quando serve davvero, ma senza rallentare i tuoi progetti.
