La malattia renale cronica colpisce 1 adulto su 7 e passa spesso inosservata fino agli stadi avanzati. Diagnosi precoce, alimentazione corretta e stile di vita attivo sono i tre pilastri per rallentare una delle patologie più trascurate
In tutto il mondo oltre 850 milioni di persone soffrono di malattia renale cronica, un numero che secondo le proiezioni potrebbe crescere rapidamente nei prossimi anni. A dirlo sono i dati diffusi dalla Società Spagnola di Nefrologia (SEN) e confermati dallo studio Global Burden of Disease, che colloca già oggi questa patologia tra le principali cause di mortalità.
Entro il 2040, se la tendenza verrà confermata, si prevede che i problemi renali diventeranno la quinta causa di morte globale, superando malattie più note e discusse. Il quadro riguarda soprattutto gli uomini in età avanzata, spesso già colpiti da disturbi cardiovascolari o diabete, ma l’allarme riguarda tutti.
Come funziona un rene sano, chi rischia di più e cosa dice la scienza sulla prevenzione dietetica
Il rene è un filtro naturale, un organo che ogni giorno gestisce l’equilibrio di acqua, sali e scorie all’interno del nostro corpo. Quando questo meccanismo si indebolisce, anche lievemente, le conseguenze possono essere importanti su più fronti: dalla pressione arteriosa alla salute cardiovascolare, passando per il metabolismo e l’efficienza del sistema immunitario. I primi segnali spesso sono silenziosi, come accade con l’albuminuria, cioè la perdita di proteine nelle urine, un segnale che raramente viene intercettato in tempo.

Uno studio pubblicato sul Clinical Journal of the American Society of Nephrology ha confermato che una dieta sana può ridurre fino al 30% il rischio di sviluppare una malattia renale cronica. Non si tratta di una dieta estrema o di un regime restrittivo, ma di modifiche sostenibili che includano alimenti funzionali al benessere dell’organismo, come frutta, verdura, erbe aromatiche e legumi, abbinati a un ridotto apporto di sodio e proteine animali. L’obiettivo è alleggerire il carico filtrante che grava quotidianamente sui reni e prevenire l’infiammazione cronica.
Secondo il dottor Saurabh Sethi, internista e gastroenterologo, esistono alcuni ingredienti che agiscono come veri alleati naturali. Il coriandolo, il basilico, il prezzemolo, il timo e l’origano, ad esempio, grazie alle loro proprietà antiossidanti, possono contribuire a ridurre lo stress ossidativo che compromette le cellule renali. Allo stesso modo, le barbabietole rappresentano una scelta interessante per l’alto contenuto di nitrati, che aiutano a controllare la pressione, riducendo il lavoro dei reni.
Gli alimenti consigliati per proteggere i reni e gli errori da evitare per non aggravare la situazione
Oltre alle verdure, anche alcuni frutti e frutta secca si stanno rivelando utili per la prevenzione. I mirtilli, ad esempio, sono ricchi di micronutrienti ma poveri di potassio, un equilibrio perfetto per chi ha già un’insufficienza renale lieve. Le noci di macadamia, invece, hanno un contenuto basso di fosforo e contengono grassi sani che contribuiscono alla salute vascolare senza sovraccaricare l’apparato escretore.
Il messaggio che arriva dalla ricerca è chiaro: più che eliminare del tutto determinati cibi, bisogna ribilanciare la dieta. Gli alimenti trasformati, troppo ricchi di sodio, zuccheri e conservanti, restano tra i principali nemici della salute renale. Ma l’altro fronte cruciale riguarda lo stile di vita. L’inattività fisica, il fumo e il consumo regolare di alcol sono tra i fattori che peggiorano la funzionalità renale anche in soggetti giovani.
Lo stesso dottor Sethi sottolinea che basta poco per invertire la tendenza. Aggiungere verdure fresche alla dieta, ridurre il consumo di carne rossa, inserire spezie naturali come base per condimenti e aumentare il movimento quotidiano possono rallentare il deterioramento dei reni, anche in chi ha già segni di sofferenza. E, come ricorda la SEN, in molti casi la diagnosi precoce può salvare la funzionalità renale per anni, evitando terapie invasive o la dialisi.
Non è un caso che le istituzioni sanitarie internazionali abbiano cominciato a promuovere campagne di educazione nutrizionale e di screening per la popolazione a rischio. Perché la malattia renale cronica cresce silenziosamente, ma può essere arginata con strumenti concreti e scientificamente validati. A partire proprio da ciò che mangiamo.
