Il medico Alberto Laffranchi lancia l’allarme sull’eccesso di zuccheri nella dieta moderna e propone un metodo pratico e sostenibile per disintossicare il corpo, riequilibrare l’alimentazione e ritrovare energia e lucidità.
Un cucchiaino di gelato, una fetta di torta, un cioccolatino dopo pranzo. Piccoli piaceri, certo. Ma quando il consumo di zucchero si fa abitudine quotidiana e inconsapevole, il corpo inizia a pagare il conto. Lo sostiene con decisione il dottor Alberto Laffranchi, medico con una lunga esperienza all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, autore del libro Buono e bene a volte avviene.
Non un semplice manuale di nutrizione, ma un percorso che intreccia medicina, consapevolezza e cucina naturale per educare il palato e prevenire disturbi cronici sempre più diffusi.
L’affermazione chiave è netta: lo zucchero altera il metabolismo e crea un falso senso di fame, spingendo a mangiare ancora. «Il meccanismo glicemia-insulina – spiega – si squilibra, portando a picchi e cali repentini che confondono il cervello e il corpo». Non si tratta solo di dolci evidenti. Lo zucchero si nasconde ovunque: in biscotti, salse pronte, pane bianco, farine raffinate. E il risultato non è solo un girovita che si allarga, ma una mente più appannata, una digestione più difficile, un intestino più infiammato. Segnali che spesso ignoriamo, ma che possono diventare cronici.
I sintomi dello zucchero in eccesso e il metodo Laffranchi per liberarsene con un piano concreto da 15 giorni
Non servono test complessi o app per capire se si stanno consumando troppi zuccheri. Il corpo lo dice da sé, in modo silenzioso ma costante. Secondo Laffranchi, ci sono otto campanelli d’allarme che andrebbero presi sul serio: mente annebbiata, acne improvvisa, gonfiore addominale, carie frequenti, aumento di peso, difficoltà nel sonno, sbalzi d’umore e una variazione nella percezione dei sapori. Quando il palato si abitua a cibi troppo dolci, tutto il resto sembra insipido. È qui che il medico suggerisce di agire.

La proposta non è quella di un’eliminazione rigida e permanente, ma di una pausa consapevole di 15 giorni, utile per riequilibrare il gusto e disintossicare l’organismo da ciò che lo appesantisce. Il piano, frutto di anni di lavoro clinico e di confronto con esperti come il dottor Franco Berrino, si basa sulla rimozione di una serie di alimenti considerati infiammatori: zuccheri raffinati, bibite gassate, edulcoranti artificiali, ma anche burro, margarina, alcol e alcune farine industriali.
Durante queste due settimane, il corpo cambia. Si sveglia prima, digerisce meglio, torna ad avere fame nei momenti giusti e non per noia o compensazione emotiva. «Non si tratta di una punizione – spiega Laffranchi – ma di un esercizio di rieducazione sensoriale». Finito il ciclo, ogni persona potrà decidere con maggiore consapevolezza cosa reintrodurre e con quale frequenza.
Il bello di questo approccio è che non rinuncia al gusto. Nella seconda parte del suo libro, il medico propone ricette sane ma saporite, pensate con lo chef Raffaele Turci e la pasticcera Anna Sartori. Piatti come il risotto con foglie di ravanello e pecorino, le scaloppine di pollo con crema di finocchi e limone, oppure i biscotti di mais e uvetta dolcificati con stevia, diventano esempi pratici di come si può cucinare in modo naturale senza perdere il piacere.
Il segreto sta nel cambiare mentalità. Invece di contare calorie o pesare tutto, si lavora su un altro fronte: quello delle sensazioni, della leggerezza, della stabilità del tono dell’umore. Perché mangiare sano non è una dieta, ma un modo di abitare meglio il proprio corpo. La salute, in questa visione, non è fatta solo di esami clinici, ma di abitudini quotidiane che portano beneficio reale. E in questo percorso, eliminare o ridurre lo zucchero non è una rinuncia, ma una forma di libertà alimentare ritrovata.
