Il trucco che i designer usano sempre quando scelgono un tappeto (ma non lo dicono mai)

Tappeto

Il segreto per scegliere il tappeto giusto-dialmabrown.it

Franco Vallesi

Novembre 16, 2025

Non è solo un accessorio d’arredo. Il tappeto può trasformare completamente l’atmosfera di una stanza, ma va scelto con attenzione: dimensioni, forma e luce naturale contano più del design stesso.

Ci sono tappeti che si notano appena, e altri che raccontano l’intera personalità di una casa. Spesso si pensa che basti sceglierne uno bello, magari in tinta con il divano o il colore delle pareti. Ma il tappeto lavora a un livello più profondo: lega tra loro mobili, pareti, pavimenti e luce, definisce lo spazio, lo riscalda, o lo spezza.

È un oggetto tecnico prima che decorativo, e capirlo vuol dire fare la differenza tra un ambiente anonimo e uno con carattere. Per chi si appresta a sceglierne uno, o vuole sostituire quello vecchio, la domanda è sempre la stessa: da dove si comincia?

Quando il tappeto entra nella stanza (o la crea): luce, colore, equilibri e funzioni nascoste

Il tappeto può entrare in una stanza in due modi. O è il primo elemento scelto, e in quel caso detta il tono, l’orientamento degli arredi, e persino l’idea di atmosfera. Oppure arriva dopo, come “completamento” o correttivo. Ma in entrambi i casi non è mai neutro. Secondo Rugtales, brand berlinese che lavora con tappeti nomadi annodati a mano, un tappeto può portare profondità, equilibrio e calore dove prima c’era solo freddezza visiva.

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Uno degli aspetti più sottovalutati è la luce naturale. La designer Nani Marquina, fondatrice dell’omonimo marchio spagnolo, lo dice chiaramente: più luce diretta entra in una stanza, più un tappeto chiaro o luminoso avrà senso. Ma in ambienti in ombra, meglio optare per toni più caldi e scuri, che danno corpo. Il direttore creativo di CC-Tapis, Daniele Lora, aggiunge che il tappeto non è un semplice fondo neutro ma un pezzo di puzzle che deve legare i mobili esistenti con le pareti e il pavimento.

In stanze ricche di dettagli, è preferibile un tappeto essenziale, che calmi lo sguardo. Al contrario, un ambiente minimalista può trarre beneficio da texture importanti o motivi intensi, anche materici. L’errore più comune è cercare di “abbinare tutto”, mentre i tappeti sanno lavorare anche per contrasto. Il disegno non deve essere protagonista, ma parte del racconto. A volte basta un bordo a righe, o una forma leggermente diversa, per spezzare la rigidità.

I colori devono dialogare con l’esistente ma senza copiarlo. Un tappeto giallo ocra in un salotto marrone può cambiare tutta la percezione del mobilio. Un tappeto polvere sotto un tavolo in legno chiaro, con sedie spaiate, può tenere insieme tutto, come una cornice. Ma attenzione alla forma, perché spesso è quella a definire il flusso della stanza.

La forma (e la misura) che regge tutto: rettangolare, rotondo o irregolare, ogni tappeto ha una funzione precisa

Non esiste un tappeto “per il salotto” o “per la camera da letto”. Esiste il tappeto giusto per quella stanza, con quella luce, quei mobili, e quelle proporzioni. E il primo errore, secondo chi li produce, è sempre lo stesso: comprarne uno troppo piccolo. Amin Ipektchi, fondatore di Rugtales, suggerisce di segnare lo spazio a terra con del nastro adesivo prima di acquistarlo, per evitare illusioni ottiche.

Un tappeto troppo piccolo rimpicciolisce visivamente la stanza. Uno troppo grande la soffoca. L’equilibrio è delicato. Sotto un tavolo da pranzo, ad esempio, il tappeto dovrebbe contenere anche le sedie quando vengono spostate all’indietro. In soggiorno, i piedi anteriori del divano dovrebbero poggiarci sopra. Ma non esistono regole rigide, conta anche la sensazione visiva.

La forma, poi, cambia tutto. I tappeti rettangolari guidano lo sguardo, creano linee, organizzano. Perfetti per allineare un divano e due poltrone, oppure per accompagnare un letto. I runner, invece, funzionano benissimo nei corridoi, in cucina, negli ingressi: sono flessibili, e visivamente allungano lo spazio.

I tappeti rotondi sono più “morbidi”: aprono la stanza, spezzano le geometrie rigide, invitano a sedersi. Funzionano bene in angoli lettura, salottini informali, camere per bambini. Anche i tappeti dalle forme organiche o irregolari stanno guadagnando terreno, come spiega Lora di CC-Tapis: non seguono le regole, ma proprio per questo attivano un’altra parte dello sguardo. Sono creativi, giocosi, e possono legare mobili diversi tra loro, creando un’isola visiva.

Infine, la texture. Un tappeto rasato non è la stessa cosa di uno a pelo lungo. Il primo riflette la luce in modo netto, il secondo la assorbe e amplifica il senso di calore. Nelle stanze molto usate, meglio preferire tappeti resistenti, facili da pulire. Ma anche in questi casi, meglio un tappeto vivo, imperfetto, annodato a mano o con una fibra naturale, che uno troppo perfetto. I tappeti, più che mostrare, devono contenere.