Cosa dicono davvero i medici sul nostro modo di mangiare (spoiler: non è buono)

Attenzione

MA gli italiani mangiano davvero bene?-dialmabrown.it

Franco Vallesi

Novembre 15, 2025

Un sondaggio nazionale rivela che in Lombardia cresce la percezione di una dieta sana, ma aumentano obesità infantile, diabete e tumori legati al cibo

La maggior parte degli italiani si considera attenta a ciò che porta in tavola, e i lombardi, in particolare, sembrano convinti di mangiare in modo sano ed equilibrato. Ma a guardare bene i numeri, quella che emerge è una fotografia sfocata, lontana dalla realtà clinica.

Lo conferma un’indagine curata dall’Osservatorio Metropolitano di Milano con la supervisione di Renato Mannheimer, che ha coinvolto un campione rappresentativo di 3 mila persone, tra cui 509 residenti in Lombardia.

Il 90% dei lombardi intervistati dichiara di essere “attento alla salute” e il 57% ritiene di avere un’alimentazione equilibrata. Tuttavia, confrontando questi dati con quelli sanitari reali, si apre una frattura netta tra percezione e verità: obesità, malattie metaboliche e tumori intestinali risultano in aumento. È proprio su questo divario che si concentra l’analisi dei ricercatori, che chiedono un investimento urgente nell’educazione alimentare e nella prevenzione primaria.

La distanza tra ciò che si pensa di mangiare e ciò che davvero accade

A colpire, nei dati raccolti, non è solo il fatto che la gran parte degli intervistati si consideri attenta a tavola, ma il modo in cui questa attenzione viene “tradotta” nella quotidianità. Circa il 70% degli italiani afferma di cercare cibi senza conservanti, il 69% preferisce prodotti a km zero e oltre la metà dice di scegliere alimentazione biologica. Anche in Lombardia, queste percentuali risultano pressoché identiche. In teoria, insomma, la cultura alimentare parrebbe consolidata.

Problemi
In crescita i casi di obesità-dialmabrown.it

Eppure, la realtà medica la contraddice. A lanciare l’allarme è Costanza Alvisi, direttrice dell’Unità di Endoscopia Digestiva dell’ASST di Pavia: secondo lei, l’alimentazione scorretta è oggi fra le principali cause di diabete, obesità, patologie cardiovascolari e tumori, in particolare quelli del colon-retto. Solo nel 2023 si sono registrate in Italia 395 mila nuove diagnosi di tumore, di cui oltre 50 mila al colon. E circa 4 tumori su 10 sarebbero evitabili intervenendo sui comportamenti a rischio, a partire da ciò che si mangia.

Alvisi evidenzia anche la centralità del microbiota intestinale, il cui equilibrio è fortemente influenzato dalla dieta e può incidere su infiammazioni croniche e obesità. Altri problemi legati a cattive abitudini alimentari sono rappresentati dal reflusso gastroesofageo, che oggi colpisce un quarto della popolazione adulta e spesso richiede trattamenti farmacologici prolungati.

A fronte di tutto ciò, è evidente che la percezione soggettiva di mangiare bene non basta. Servono strumenti reali di educazione nutrizionale, iniziando da campagne mirate, soprattutto nelle scuole e nei quartieri meno centrali delle grandi città.

Obesità infantile in crescita e nuove sfide per la sanità lombarda

Nonostante la Lombardia venga spesso indicata come una delle regioni più “virtuose”, i numeri parlano chiaro. Secondo Evelina Flachi, biologa nutrizionista e presidente della Fondazione FEI, ben 4 adulti su 10 risultano in sovrappeso o obesi, con una netta prevalenza tra gli uomini. Il dato più preoccupante, però, riguarda i bambini: l’obesità infantile è passata dal 4,7% del 2019 al 6,1% attuale.

E questo nonostante un aumento dell’attività fisica rispetto alla media nazionale. Ma ciò non basta a bilanciare gli eccessi di zuccheri e calorie. Flachi sottolinea come gran parte della responsabilità stia anche nella errata interpretazione della dieta mediterranea, spesso ridotta a uno slogan, quando invece richiede conoscenza vera dei nutrienti e consapevolezza dei propri fabbisogni.

In Lombardia, circa 700 mila persone convivono con il diabete, una patologia strettamente legata all’alimentazione e al peso corporeo. È su questa popolazione fragile che si concentra l’impegno delle farmacie territoriali, che secondo Annarosa Racca, presidente di Federfarma Lombardia, rappresentano un punto di riferimento per oltre 800 mila cittadini ogni giorno. Questi presidi, spiega, non si limitano alla dispensazione dei farmaci ma offrono servizi cruciali come telemedicina e screening gratuiti, contribuendo in modo decisivo alla prevenzione attiva.

Infine, sul fronte sociale, Rosaria Iardino, presidente della Fondazione The Bridge, richiama l’attenzione su un aspetto spesso sottovalutato: le disuguaglianze economiche. Le difficoltà ad accedere a cibo di qualità o a un’educazione alimentare adeguata si concentrano infatti tra le fasce più fragili della popolazione. “Non basta informare, servono azioni concrete da parte delle istituzioni”, avverte. Perché mangiare bene non dovrebbe mai essere un privilegio, ma un diritto collettivo. E a oggi, questo diritto non è ancora garantito in modo uniforme.