Non è solo colpa del gelo: il mal di testa invernale ha cause precise, spesso sottovalutate ma riconoscibili
Il mal di testa che colpisce in inverno non è una suggestione stagionale o un malessere passeggero dovuto al freddo. È una vera e propria condizione neurologica che prende il nome di cefalea da freddo, e colpisce soprattutto chi è già soggetto a emicrania o a sensibilità atmosferica.
Non si tratta solo del classico dolore alle tempie, ma di un disturbo con caratteristiche ibride tra cefalea tensiva ed emicrania senza aura, legato a fattori ben precisi come le basse temperature, il vento, l’aria condizionata o gli sbalzi termici improvvisi. In alcuni casi basta uscire di casa al mattino senza protezioni adeguate, o restare per troppo tempo in ambienti freddi, per attivare uno stimolo che genera una reazione dolorosa nella zona della testa.
E quando il cervello inizia a percepire questo disagio, lo fa sapere con un mal di testa che può durare anche mezz’ora, ma che in alcuni casi è solo l’inizio di un malessere più profondo.
Perché il freddo provoca mal di testa e cosa succede al corpo quando cambia la temperatura
La cefalea da freddo non dipende solo dal fatto di “avere freddo”, ma da una reazione fisiologica ben definita che coinvolge la pressione atmosferica, il sistema nervoso e i vasi sanguigni. Quando le temperature si abbassano bruscamente, il corpo reagisce a livello emodinamico: si verificano cambiamenti della pressione barometrica e una costrizione dei vasi e dei nervi, tra cui il nervo trigemino, coinvolto nella trasmissione del dolore.

Questa condizione può generare un attacco improvviso e fastidioso, localizzato su tutta la testa o concentrato su fronte e tempie. Non a caso chi soffre di emicrania tende ad avvertire un peggioramento durante i mesi più freddi.
A influire non è solo l’aria esterna. Anche l’aria condizionata in estate può provocare lo stesso tipo di mal di testa se usata in modo scorretto o troppo intenso. Il principio è lo stesso: il cambiamento brusco della temperatura altera l’equilibrio del corpo, specialmente se si entra in un ambiente molto freddo dopo essere stati all’aperto al caldo. Esiste poi una correlazione anche tra la durata delle ore di luce e la comparsa di cefalea stagionale: con il buio precoce, il ritmo sonno-veglia può modificarsi, influendo su ormoni e cicli neurologici legati al dolore.
È quindi un mix tra fattori ambientali e reazioni neurofisiologiche a spiegare perché il freddo sia un potenziale nemico per chi soffre di mal di testa. Anche il vento, l’altitudine e l’umidità giocano un ruolo: non sono solo condizioni meteorologiche, ma veri e propri trigger ambientali che il nostro corpo, specie se predisposto, può interpretare come minacce.
Chi è più sensibile al mal di testa da freddo e quali sono i rimedi per prevenirlo o alleviarlo
Chi ha una spiccata sensibilità ai cambiamenti atmosferici, chi soffre di emicranie frequenti o chi ha una predisposizione al mal di testa stagionale è sicuramente più a rischio nei mesi freddi. L’effetto del freddo sulla testa può essere diretto, per esposizione all’aria, o indiretto, attraverso l’inalazione di aria molto fredda che arriva a stimolare i nervi cranici.
Anche malattie tipicamente invernali come raffreddore, influenza o bronchite possono accentuare il fenomeno: la cefalea in questi casi può essere sia sintomo associato che effetto collaterale dell’infiammazione in corso.
La buona notizia è che non sempre servono farmaci per trattare questo tipo di cefalea. Nella maggior parte dei casi, il dolore tende a diminuire entro 30 minuti da quando viene rimosso lo stimolo, cioè ci si copre, si entra in un ambiente più caldo o ci si protegge con sciarpa e cappello. In caso contrario, si può intervenire con un antidolorifico da banco, come ibuprofene o paracetamolo, sempre dopo consulto medico.
Rimedi casalinghi che funzionano
Un rimedio immediato e casalingo può essere quello di applicare calore: un panno caldo sul viso, una doccia tiepida o una bevanda calda come una tisana agiscono direttamente sulla tensione muscolare e sulla circolazione sanguigna, riducendo l’intensità del dolore.
Sul piano della prevenzione, è utile adottare alcune abitudini semplici ma efficaci: coprire fronte, naso e testa, evitare l’inalazione di aria fredda attraverso la bocca (il naso filtra e riscalda l’aria), proteggersi dal vento con abbigliamento adeguato e non sottovalutare i cambi di temperatura improvvisi. Anche uno stile di vita sano, con ritmo regolare di sonno, attività fisica costante e alimentazione equilibrata può rendere il corpo meno vulnerabile agli stimoli esterni. E per i più sensibili, esistono app di meteoropatia o sistemi di monitoraggio meteo che aiutano a prevedere i giorni più critici. Perché la testa, specie quando arriva il freddo, non mente mai.
