C’è un borgo nel Lazio che sembra fermo nel tempo (ed è a un’ora da Roma)

Lorenzo Fogli

Novembre 5, 2025

A volte non serve attraversare oceani o rincorrere mete esotiche per sentirsi altrove. Basta guidare per meno di un’ora, lasciare l’orizzonte cittadino e salire verso una montagna che cambia il ritmo del respiro. Su un crinale dei Monti Prenestini, quasi a 900 metri d’altitudine, vive Capranica Prenestina, borgo che conserva intatto il carattere più silenzioso e profondo del Lazio. Qui, dove il tempo sembra distendersi, si cammina tra vicoli stretti, mura antiche, profumo di bosco e pietra che scalda sotto il sole. Un luogo che non tenta di stupire a voce alta, ma conquista con calma, passo dopo passo, sguardo dopo sguardo, come quei posti che non avevamo mai davvero notato e poi non dimentichiamo più.

Un borgo dove il tempo rimane appeso ai tetti di pietra e le montagne avvolgono ogni passo

Capranica Prenestina sembra nascere dalla montagna stessa, con case addossate tra loro, archi che uniscono le strade e pavimenti che portano tracce di secoli di cammino. È un frammento di medioevo vivo, che ha saputo custodire un’identità forte senza trasformarsi in un museo a cielo aperto. Ogni scorcio racconta qualcosa: la Chiesa di Santa Maria Maddalena, con la cupola attribuita alla scuola del Bramante, occupa il cuore del paese e segna un punto di equilibrio tra arte e spiritualità, tra quiete e racconto. Qui la pietra non è fredda, ma familiare, come se appartenesse a chi la sfiora con le dita mentre sale una scalinata stretta, come succede nei borghi che non hanno bisogno di scenografie perché ne sono già parte.
Poco più in là, si incontra il Palazzo Capranica, edificio rinascimentale dalle linee sobrie, oggi sede del municipio e del Museo Civico Naturalistico dei Monti Prenestini. Sale che profumano di legno e storia accompagnano reperti e racconti del territorio, che qui vive non come souvenir, ma come radice. E poi gli scorci che si aprono all’improvviso, quando la strada curva e lascia apparire le colline, la valle, la trama della campagna lontana. Un silenzio pieno, non vuoto, che porta con sé vento, campane, forse una voce che scivola da un balcone. Passeggiare qui significa entrare in una dimensione in cui la fretta non serve, dove ogni passo sembra restituire qualcosa che si era perso nella città, nei rumori, negli schermi. La montagna respira lenta, e il borgo segue quel ritmo. Si sente.

Fede sospesa, natura che avvolge e una distanza perfetta dal mondo moderno

Oltre il centro abitato, la strada sale ancora un poco e raggiunge un luogo che porta con sé secoli di pellegrinaggi e sguardi rivolti al cielo: il Santuario della Mentorella, considerato uno dei più antichi d’Italia dedicati alla Madonna. Qui si supera la quota dei 1000 metri, e il mondo sembra svanire sotto, tra nuvole che scorrono lente e boschi che abbracciano la montagna. Il santuario domina la valle in un silenzio che non è vuoto, ma pieno di presenze, come quei posti che hanno visto tanto e non hanno bisogno di dirlo. Sedersi sul muretto, guardare verso il basso, respirare profondamente. È facile restare qualche minuto in più del previsto, quasi senza accorgersene. La giornata corre a Roma, ma qui non è così, e lo sappiamo subito.
Tornando verso il borgo, la pietra torna a guidare i passi, tra vicoli che profumano di legna e cucina tradizionale, perché la montagna qui si sente anche nel piatto, senza troppi artifici. E sì, la cucina merita una pausa: ingredienti locali, semplicità che non è povertà, ma scelta naturale. È quel Lazio nascosto, lontano dalle mete affollate, che si mostra senza forzare la mano. Capranica Prenestina non cerca applausi. Esiste, resiste, accoglie chi vuole tempo e silenzio. Da Roma si arriva in meno di un’ora, eppure sembra un altro mondo. Perfetta distanza: vicina per esser raggiunta, lontana per ritrovare pace. Un luogo che dà la sensazione di essere rimasto com’era, vero, un po’ schivo, genuino. Forse quello che mancava per respirare di nuovo.