Da quando pulivo la friggitrice ad aria così, sbagliavo tutto: ora il mio trucco non la rovina più

Da quando pulivo la friggitrice ad aria così, sbagliavo tutto: ora il mio trucco non la rovina più

Friggitrice ad aria Airfryer Grill Ariete circondata da vari cibi fritti e una bottiglia di spumante, in un ambiente cucina. - dialmabrown.it

Matteo Casini

Novembre 4, 2025

In molte cucine italiane la friggitrice ad aria è ormai un apparecchio di uso quotidiano, ma basta un solo pasto abbondante per trasformare il ripiano in un problema da risolvere. Il rumore del cestello che non scorre come prima, l’odore che rimane nell’ambiente e quelle macchie scure sotto la griglia sono segnali concreti: la macchina ha bisogno di cura. Non è solo questione estetica. Chi usa l’elettrodomestico spesso racconta che il sapore dei piatti peggiora quando il grasso si accumula; lo confermano gli addetti ai servizi tecnici, che vedono pezzi danneggiati per pulizie improvvisate. Un dettaglio che molti sottovalutano è che la pulizia influisce anche sui consumi: una friggitrice sporca lavora peggio e richiede più energia per raggiungere la temperatura desiderata.

Quando e perché non rimandare la pulizia

La regola di base è semplice: una manutenzione minima dopo ogni uso riduce i problemi futuri. Dopo una cottura basta passare un panno in microfibra umido per eliminare i residui superficiali e gli schizzi. Quando invece l’elettrodomestico viene impiegato più volte durante la settimana, serve una pulizia più profonda almeno una volta ogni sette giorni: la presenza di grasso cotto ripetutamente altera il gusto dei cibi e favorisce odori persistenti. Chi vive in appartamenti piccoli lo nota subito, perché gli odori restano più a lungo e la ventilazione aiuta poco.

Segnali concreti che non vanno ignorati: il cestello che non si inserisce con facilità, gli interni appiccicosi, o un odore che non sparisce dopo aver arieggiato la cucina. Per questo motivo, prima di iniziare qualsiasi operazione scollega sempre la presa e aspetta che la macchina sia fredda; farlo quando è ancora calda può compromettere componenti elettrici e la igiene. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è che l’accumulo di residui è più veloce se si cucina frequentemente alimenti grassi: il tempo tra una pulizia e l’altra va adattato all’uso reale.

Da quando pulivo la friggitrice ad aria così, sbagliavo tutto: ora il mio trucco non la rovina più
Una donna sorpresa indica una friggitrice ad aria, evidenziando l’uso quotidiano e i problemi di pulizia. – dialmabrown.it

Come eliminare il grasso da cestello, resistenza e camera di cottura

Il punto critico è la zona interna: lì si concentrano schizzi e incrostazioni, specie dopo carne e pesce. Se il modello lo consente, il lavastoviglie è comodo per il cestello; in alternativa prepara una soluzione con aceto e acqua o una pasta di bicarbonato e poca acqua. Spruzza o applica la soluzione, lascia agire qualche minuto e poi strofina con una spugna non abrasiva; sciacqua e asciuga con cura per evitare residui di detersivo che alterano il sapore delle cotture successive. Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno è l’aumento degli odori, dovuto a una ventilazione della cucina spesso ridotta.

La resistenza, posizionata nella parte superiore, richiede ancora più delicatezza. Capovolgere la friggitrice consente di raggiungerla senza forzare; usa un bastoncino di legno e una spazzola a setole morbide imbevuta di sgrassatore per rimuovere le incrostazioni. Evita oggetti metallici che graffiano e compromettono il rivestimento. Per una pulizia profonda sfrutta il vapore: versa nel cestello un bicchiere di aceto o due cucchiai di bicarbonato più due bicchieri d’acqua, avvia a temperatura alta per circa quindici minuti; il vapore scioglie il grasso che poi va rimosso manualmente dopo lo spegnimento e il raffreddamento.

Trucchi pratici per sporcare meno e semplificare le pulizie

Prevenire è spesso più veloce di ripulire. Rivestire il fondo con carta stagnola aiuta a raccogliere i succhi, ma attenzione: non coprire mai la resistenza né le prese d’aria, perché si altera il flusso di calore e si rischia un malfunzionamento. Un’alternativa meno invasiva è la carta forno bucherellata posta sulla griglia; così il cibo non tocca direttamente le superfici più ostiche. Un dettaglio che molti sottovalutano è la corretta panatura: impanature troppo umide si sfaldano e creano molti residui, rendendo la pulizia più difficile.

Scegliere i cibi giusti e adattare la frequenza delle pulizie all’uso quotidiano prolungano la vita dell’apparecchio e mantengono le prestazioni costanti. Se cucini spesso cibi molto grassi, aumenta la pulizia settimanale; allo stesso tempo evita spray aggressivi direttamente sulla parte elettrica e non immergere mai il corpo macchina in acqua. Il risultato pratico è semplice: macchine ben curate consumano meno, durano di più e restituiscono sapori più puliti — una circostanza che molti utenti in Italia stanno ormai osservando nelle loro cucine.